Ro.Ro. /Liberazione

Il soggiorno di una casa di vacanze al mare, due sedie, una camera (digitale) fissa e due donne quasi sempre sedute che parlano, bisticciano, si consolano, decidono di uscire e non escono mai. In camicia da notte, un atteggiamento, più che un'età, da anziane. Si tratta delle due attrici Barbara Valmorin e Maria Grazia Grassini che, insieme al regista Daniele Segre, hanno dato vita a “Vecchie”, film anche questo passato nei Nuovi Territori del festival (altra conferma sulla bontà della sezione) e che rappresenta un cambio di registro dell'autore di “Protagonisti”, “I diritti del Novecento” e “Via due Macelli, Italia. Sinistra senza Unità”.
«Sì è vero, un cambio – ci confrerrna Segre – dettato dalla voglia di tornare a lavorare con gli attori. Nel caso di “Vecchie” poi il lavoro più duro è stato proprio il loro, loro la sfida più rischiosa, quella di trovarsi per lunghi piani sequenza di fronte a una camera, in camicia da notte, con movimenti molto ingabbiati». Il senso? «Una scommessa forte per ridare valore alla vera identità del cinema, alla faccia della fiction tv e della logica dello “stacca e via”. Un modo, quello, di raccontare per immagini che ha mediocrizzato profondamente quest'arte».
Ha ragione, Segre, soprattutto a giudicare dallo stato contro corrente”. E invece sono ancora nei Nuovi territori, da anni che sono in questa sezione. Ormai sono diventato un latifondista».
La bravura che le due attrici portano in scena è frutto di due settimane di laboratorio con il regista, il tempo per far sì che l'apparente estremismo espressivo della forma, la sua rigorosa fissità, lasciasse il campo all'emozione, che è poi quella a cui lo spettatore può agganciarsi per iniziare il suo viaggio, un altro viaggio, dentro l'intimo delle due donne. «Per me questo è cinema, anche se non ce ne accorgiamo più, chiusi come siamo dentro gusti visivi stereotipati», aggiunge Segre.
“Vecchie” arriverà anche a teatro, grazie allo stabile di Pistoia che lo metterà in cartellone (stesse attrici, stesso regista) nella prossima stagione. Il film, invece, prodotto dalla Pablo e I Cammelli, arriverà in sala in autunno.
Anche a Segre, come a molti autori e registi che incontriamo qui al Lido, chiediamo cosa farà il 14 settembre. «Lavorerò e quindi forse non sarò in piazza. Anche perché, per quanto importanti, non credo che i girotondi bastino. Il fatto è che la sinistra è in crisi. Io l'ho detto due anni fa, con il film su “L'Unità”, ma non tutti hanno gradito. Forse bisognerebbe cambiare leader… Ma io sono solo un regista, a dire queste cose c'è già Moretti».